L’FBI ha chiuso Megaupload e Megavideo. Arrestato il fondatore, rischia 50 anni

L'FBI ha chiuso il sito MegaUpload ed ha tratto in arresto alcuni dei responsabili del gruppo grazie ad una operazione di portata internazionale.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Zeus™
     
    .

    User deleted


    L’FBI ha chiuso Megaupload
    L'FBI ha chiuso il sito MegaUpload ed ha tratto in arresto alcuni dei responsabili del gruppo grazie ad una operazione di portata internazionale. Si tratta dei più popolari archivi di film e musica online, spesso usati per diffondere materiale protetto da copyright. In manette Kim Schmitz e altre tre persone, gli indagati in totale sono sette.

    L’FBI ha comunicato di aver chiuso il sito Megaupload e di aver tratto in arresto il suo fondatore. La notizia giunge come un fulmine sulle abitudini di download di milioni di persone in tutto il mondo, colpendo uno dei siti in assoluto più noti per il download di contenuti audio/video. Impressionante la risposta raccolta dalla rete, con una immediata moltiplicazione di tweet di protesta contro l’operazione delle autorità.

    Secondo quanto comunicato dal Department of Justice, l’operazione ha portato alla persecuzione di due aziende (Megaupload Limited e Vestor Limited) portando in esecuzione gli arresti dei due diretti responsabili: Kim Dotcom, aka Kim Schmitz, fondatore di MegaUpload, ed il collaboratore Kim Tim Jim Vestor. Per entrambi le autorità indicano la possibilità di una condanna fino a 20 anni di detenzione.

    Le indagini coinvolgono altresì altre persone, i cui nominativi sono stati messi nero su bianco dalle autorità: Finn Batato, Julius Bencko, Sven Echternach, Mathias Ortmann, Andrus Nomm e Bram van der Kolk. Dotcom, Batato, Ortmann e van der Kolk sarebbero stati arrestati ad Auckland, mentre Bencko, Echternach e Nomm sarebbero ancora in libertà. Sequestrati infine asset per un controvalore da 50 milioni di dollari e 18 nomi a dominio correlati alle attività del sito principale.


    L’operazione farà sicuramente discutere per la prova di forza dimostrata dalle autorità nelle ore stesse in cui la protesta contro SOPA e PIPA ha portato al rinvio delle normative con cui il Congresso USA stava cercando un deciso giro di vite contro la pirateria online. MegaUpload, secondo quanto indicato dal DoJ, sarebbe responsabile di un danno procurato pari a circa 550 milioni di dollari. Il sito conta 150 milioni di utenti iscritti, 50 milioni di visitatori al giorno e veicola ben il 4% del traffico totale registrato sulla Rete a livello internazionale.

    Le motivazioni dell’arresto sarebbero non tanto nel materiale caricato sui server (la cui responsabilità sarebbe degli utenti), ma nella creazione e gestione di un modello di business basato sull’incoraggiamento e sulla premiazione degli utenti che caricavano materiale illegale sui server del gruppo. L’intera organizzazione del progetto, insomma, sarebbe stata ideata con finalità precise: raccogliere materiale e utenza, dalla quale trarre lucro sfruttando appositi canali di advertising. La gestione del business non avrebbe inoltre rispettato in alcun modo le leggi per la tutela del copyright, agendo ad esempio in modo ambiguo nel momento in cui venivano segnalate violazioni da parte dei detentori di diritti sui contenuti caricati: mai cancellati i file dai server, mai interrotti gli account in violazione e mai conseguite, insomma, le disposizioni previste dalla legge in caso di violazione di copyright.

    Impressionate lo spiegamento di forze messo in campo contro Megaupload: si va dall’FBI al DoJ, passando per autorità neozelandesi, tedesche, olandesi, canadesi e filippine.




    Pugno di ferro degli Stati Uniti contro la pirateria digitale: l'Fbi, in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia americano, ha chiuso il sito Megaupload.com e Megavideo.com, ottenendo l'arresto del fondatore e di altre tre persone.

    Megaupload è uno dei più noti e più imponenti archivi di film, musica e software, spesso pubblicati senza autorizzazione. Secondo l'accusa, l'attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai leggittimi detentori del copyright.

    Il fondatore del sito, Kim Schmitz, e altri tre sono stati arrestati in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi. Altre due persone sono ricercate e numerose altre due risultano incriminate. L'atto di forza arriva a 24 ore dallo sciopero di internet 1 per protestare contro il Sopa, la legge antipirateria in discussione al Congresso che, secondo molte internet company tra cui Google e Wikipedia, metterebbe a repentaglio la libertà di espressione online.

    Tecnicamente Megaupload si presenta come un "cyberlocker", una sorta di magazzino tramite il quale gli utenti possono archiviare file troppo grandi da spedire via e-mail per condividerli in via riservata con altre persone. Un uso del tutto leggittimo nel quale si innesta una zona grigia di illegalità, poiché molti caricano file protetti da copyright e poi diffondono il link per scaricarli su forum e blog, mettendo di fatto in piedi un giro di contenuti pirata. Megaupload guadagna vendendo pubblicità sulle sue pagine e facendosi pagare da gli utenti che vogliano scaricare più di un certo numero di file a velocità più elevata.

    In un comunicato pubblicato poco prima della chiusura, Megaupload bollava come ridicole le accuse di violazione del copyright, affermando che "la stragrande maggioranza del traffico generato dal sito è legale. Siamo qui per restare", garantiva Megaupload, aprendo al dialogo con l'industria dell'entertainment che, scrivevano gli autori del messaggio, "vuole avvantaggiarsi della nostra popolarità".

    Di tutt'altro avviso il Dipartimento di Giustizia, secondo il quale Megaupload "ha riprodotto e distribuito illegalmente su larga scala copie illegali di materiale protetto da copyright, tra cui film - anche prima dell'arrivo in sala - musica, programmi televisivi, libri elettronici e software. Le accuse nei confronti degli indagati sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d'autore. Rischiano oltre 50 anni di prigione ciascuno.
     
    .
0 replies since 19/1/2012, 23:05   49 views
  Share  
.